Indagini su "affettività e sessualità" nelle scuole

Risultati delle indagini su affettività e sessualità condotte in alcune scuole del Sannio

Indagine Liceo Foglianise Indagine ITIS Benevento Indagine Liceo Classico S. Giorgio Del Sannio Indagine Liceo Scientifico "G. Rummo" Benevento Documento conclusivo

I freddi numeri delle statistiche in Italia rivelano un mondo giovanile allo sbando: aumento del sesso tra i giovanissimi, che ogni anno acquistano la metà delle 400.00 confezioni di pillole Norlevo, e la conseguente esplosione degli aborti delle adolescenti (+ 112% dal ‘95 al 2010) e delle baby-mamme (+0,5% e quasi 10 mila l’anno).


Una realtà confermata anche da un'apposita indagine condotta dal Centro di Aiuto alla Vita (CAV) presso alcuni licei di S. Giorgio del Sannio, di Foglianise e dell’ITIS di Benevento, per un totale di 530 ragazzi, in cui si è rilevato che oltre la metà (addirittura il 70% nell’ITIS) dei ragazzi e circa un terzo delle ragazze “fa sesso” prima dei 17 anni.


Un'autentica emergenza sociale che richiederebbe azioni educative decise, ma spesso la famiglia è assente o incapace di educare (la confusione di alcune mamme arriva al punto di consigliare alle figlie di portare con sé il preservativo o di assumere la pillola...), mentre la cultura libertaria dominante suggerisce l’introduzione di corsi di “educazione sessuale” nelle scuole basati sull’insegnamento della contraccezione. Ignorando che in altri paesi, come in Francia o Inghilterra, una simile soluzione è fallita miseramente ottenendo l’effetto contrario (come prevedibile, del resto se dici al giovane: “divertiti, ma stai attento alle conseguenze…”).


EDUCAZIONE ALL’AMORE AUTENTICO


E’ ovvio che agire sul sintomo anziché sulla radice di un male è sbagliato. Ma che fare?


Illuminante il pensiero di Giovanni Paolo II, il grande Papa prossimamente Santo: “La banalizzazione della sessualità è tra i principali fattori che stanno all'origine del disprezzo della vita nascente: solo un amore vero sa custodire la vita. Non ci si può, quindi, esimere dall'offrire soprattutto agli adolescenti e ai giovani l'autentica educazione alla sessualità e all'amore, un'educazione implicante la formazione alla castità, quale virtù che favorisce la maturità della persona e la rende capace di rispettare il significato «sponsale» del corpo”. (Evangelium Vitae).


Da qui trae spunto il lavoro del CAV che mira a promuovere nelle scuole incontri per proporre ai giovani l’amore casto quale presupposto di una relazione affettiva solida, autentica e felice.


Le conferenze, tenute da giovani ventenni testimoni prima di tutto nella propria vita di quanto essi propongono, sono precedute da un questionario sul tema della affettività e sessualità.


I risultati del rilevamento, oltre alle non poche ombre, mostrano tuttavia anche luci e segni di speranza.


Se è vero, infatti, che i giovani tendono a porre eccessivamente al centro della relazione con l’altro la dimensione genitale, è altrettanto vero che essi fanno trapelare una profonda aspirazione a un amore autentico e fedele.


Solo il 30% di essi, infatti, ritiene che il problema delle gravidanze e aborti tra le giovanissime si risolva con la contraccezione, mentre molto più alta, il 78%, è la percentuale media dei maschi convinti che sia un problema di autocontrollo (60% dichiara che le ragazze si concedono troppo facilmente) e di rispetto del proprio corpo (il 18% vede nella purezza la condizione del vero amore). Senza contare che quasi il 40%, contro il 15% dei contrari, dei ragazzi ritiene la modestia nel vestire delle ragazze una qualità importante.


DALLE FANCIULLE PUO’ PARTIRE LA VERA RIVOLUZIONE


Un mondo diverso quello delle ragazze, le quali, pur avendo (ci riferiamo al liceo di san Giorgio del Sannio; per Foglianise i numeri sono simili) rapporti sessuali nel non trascurabile 37% (che scende al 13% tra le cattoliche praticanti e addirittura meno dell’1% le ragazze di Foglianise) dei casi rispetto al 51% dei ragazzi, dichiarano, tuttavia, che lo fanno per amore (il 41% rispetto al 15% dei ragazzi) e solo col fidanzato (il 98% rispetto al 59% dei ragazzi ), ossia con la persona con cui intessono un rapporto stabile. Diversamente dai maschi la maggioranza dei quali ha rapporti solo per divertirsi o con partner occasionali.


Non irrilevante, inoltre, che oltre il 71% delle ragazze che ha avuto una relazione sessuale (contro il 58% dei ragazzi) ammette i rapporti sessuali solo se si è innamorati.


Motivo di speranza è il fatto che la maggioranza dei giovani, anche qui con netta prevalenza femminile - il 76,3% delle donne rispetto al 53,8% degli uomini - è convinta che un amore autentico tra fidanzati possa fare a meno, rinviandola al matrimonio, della dimensione genitale.


Insomma, se da un lato i maschi sono convinti che le ragazze si “concedono” troppo facilmente, dall’altro dall’indagine emerge, al contrario, una donna meno propensa al sesso. Se “cede” lo fa per amore e solo con la persona che ama. Nella debole resistenza che ella oppone alle insistenze del fidanzato potrebbe nascondersi la paura di perdere il proprio ragazzo e il condizionamento della cultura sessista in cui è immersa.


Le ragazze, dunque, possono essere protagoniste di un cambiamento culturale, di una vera rivoluzione. Saranno esse a chiedere al proprio fidanzato la “prova di amore” - quella vera - dell’attesa che, se da un lato esige un sacrificio, dall’altro è premessa per un rapporto d’amore felice e stabile. Ed è preferibile perdere chi cerca solo il loro corpo e non il loro cuore.


Possiamo, dunque, riporre nei giovani una grande fiducia. A patto però che le famiglie, parrocchie e scuole, raccolgano la sfida e promuovano questo percorso educativo.


 



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